PRECISAZIONI
Nel caso in cui l’utente si avvilisca di fronte alla mancata esecuzione di qualche esercizio, il sanitario sarà pronto a sostenere il paziente incoraggiandolo a continuare solo se per il suo bene lo ritenesse opportuno in quella precisa sessione.
È importante ricordare che il livello della difficoltà dell’esercizio può essere diminuito dal sanitario qualora lo ritenesse opportuno, scrivendo le specifiche cause che lo hanno portato a questa scelta. Inoltre, se una specifica attività dovesse essere fonte di un forte disagio, il sanitario potrà eliminarla dal piano di stimolazione, annotandone la motivazione.
Alcune attività di questa terapia non farmacologica sono costruite in base al livello cognitivo del paziente, che il sanitario di turno (medico, psicologo, neurologo, neuropsicologo) provvede ad accertare esaminando la vita del paziente (anamnesi) e somministrando dei test neuropsicologici. In base ad un apposito criterio e con l’obiettivo di adattare l’esecuzione alle esigenze particolari di ogni utente, il sanitario indicherà il livello di difficoltà in modo che l’attività non sia né troppo facile né troppo difficile.
Ogni persona ha un livello di sviluppo cognitivo e di dominio delle capacità mentali completamente diversi da quelli degli altri. Quando si produce un processo di demenza, qualunque essa sia, il tipo e il livello del peggioramento cognitivo differiscono tra le persone.
DURATA DELLA SESSIONE DI STIMOLAZIONE
Ogni persona ha un proprio tempo limite di attenzione, ed è importante che le sessioni di stimolazione non superi quel limite. Una regola generale stabilisce in 25/30 minuti sia il tempo massimo di attenzione effettiva giornaliera. Ad ogni modo il Sanitario sarà sempre pronto a capire quando l’utente inizia ad avere sintomi di stanchezza o perdita di attenzione.
Questa terapia non farmacologia prevede la somministrazione di 2 volte a settimana. Al fine di ottenere maggiori risultati, è importante abituarsi ad eseguire le attività regolarmente.